La corretta somministrazione dell’acqua ai bovini da latte è fondamentale per garantirne il benessere e favorirne le migliori performance produttive e riproduttive.

Il sistema di somministrazione dell’acqua di bevanda deve rispondere ai seguenti requisiti di base:

• erogare acqua fresca e pulita in quanttà proporzionale alle esigenze degli animali allevati;

• limitare gli sprechi idrici;

• funzionare in maniera affidabile ed essere di facile manutenzione.

In genere gli elevati fabbisogni idrici dei bovini da latte vengono soddisfatti impiegando abbeveratoi automatici. Questi, di norma, consentono l’erogazione di acqua nel momento stesso in cui l’animale la richiede, garantendone freschezza e igiene. Svariati errori commessi in sede progettuale, però, possono compromettere l’efficienza dell’impianto di abbeverata.

L’obiettivo di fornire agli animali acqua potabile in quantità sufficiente e con sprechi minimi, infatti, può essere raggiunto soltanto se si prendono scrupolosamente in considerazione i seguenti aspetti:

• tipologie di abbeveratoi;

• numero e modalità di installazione degli abbeveratoi;

• posizionamento degli abbeveratoi. 

 

Tipologie di abbeveratoi

Gli abbeveratoi per bovini sono classificabili in 3 categorie:

• singoli a richiesta;esempio articoli di FA-2 a paletta battimuso 

• singoli a livello costante; esempio articoli FA-AG GHISA,

• collettivi a livello costante. esempio articoli vasca 1 metro a parete FA-VSRP1 ; vasca 1 metro e mezzo a pare FA-VSRP1,5 

 


  

Abbeveratoi singoli . Detti anche a tazza (foto 1), sono costituiti da un contenitore, di forma e dimensioni variabili in base alla mole dei bovini, e da una valvola la cui apertura è ottenuta dalla spinta del muso dell’animale su un apposito dispositivo a bacchetta o a paletta; i materiali più comunemente usati sono l’acciaio inox, la plastica e la ghisa smaltata. 

Abbeveratoi singoli a livello costante. Sono costituiti da un contenitore nel quale l’acqua è sempre presente ed è mantenuta a un livello costante grazie all’impiego di una valvola a galleggiante; i materiali più comunemente usati sono l’acciaio inox e la plastica (foto 2). Il sistema con galleggiante è meno igienico del precedente perché l’acqua è soggetta a ricevere residui di cibo, lettiera e polvere.

 Abbeveratoi collettivi a livello costante. Detti anche a vasca (foto 3), permettono l’abbeverata contemporanea a due o più animali (foto 4). Le vasche hanno forma allungata e dimensioni variabili a seconda dei modelli; i materiali più comunemente usati sono l’acciaio inox e la plastica. Nelle vasche l’acqua è sempre presente ed è mantenuta a un livello costante grazie all’impiego di valvole a galleggiante VEDI GALLEGGIANTE FAR19B protette da apposito carter.


Nelle stalle aperte o dotate di aree di esercizio esterne, dove il congelamento dell’acqua è un fatto probabile, risulta indispensabile l’impiego di modelli di abbeveratoio singoli o collettivi a livello costante dotati di dispositivo antigelo. 

In questo caso si possono distinguere:

• abbeveratoi senza elettricità, costituiti da doppia parete di polietilene ad alta densità o di acciaio inox con interposto strato isolante (generalmente poliuretano) e da coperchio di polietilene, completo di 1 o 2 dispositivi di chiusura a palla vedi articolo FA-AT1; FA-AT2 (foto 5);

• abbeveratoi con elettricità, dotati di resistenza elettrica e termostato (foto 6) o cavi riscaldanti fda-shop

La tipologia di abbeveratoio deve essere scelta in base alla categoria di bovini allevati e al sistema di stabulazione adottato:

• per le vacche da latte nelle stalle a stabulazione fissa articolo FA-KB vengono generalmente installati abbeveratoi singoli a richiesta, mentre nelle stalle libere vengono spesso preferiti gli abbeveratoi collettivi, sia perché la capacità e la portata idrica consentono una più veloce abbeverata, sia perché più animali possono bere contemporaneamente;

• nel caso di vitelli e bovini da rimonta, per quelli di minore mole di norma vengono preferiti gli abbeveratoi singoli a richiesta, in quanto si prestano meglio per piccoli gruppi di animali. Per le manze, che hanno consumi idrici più elevati, è consigliabile l’adozione di abbeveratoi singoli o collettivi a livello costante, che consentono una migliore e più veloce abbeverata.

Numero di abbeveratoi e modalità di installazione

 Nelle stalle a stabulazione fissa viene utilizzato un abbeveratoio ogni due capi, mentre nelle stalle libere gli abbeveratoi devono essere previsti in numero adeguato alla capienza della stalla o del singolo box e al tipo di alimentazione adottato.

In tabella 1 vengono riportati i valori di riferimento, ossia il numero consigliato di capi per abbeveratoio, nel caso di erogatori singoli e per 1 m di fronte nel caso di abbeveratoi collettivi.

Per gli abbeveratoi singoli (a richiesta, a livello costante, a palla) il numero di vacche in lattazione per unità di abbeveratoio varia da 8 a 16, rispettivamente con alimentazione contemporanea e con alimentazione continua. Per gli abbeveratoi collettivi, invece, si ritengono necessari dai 50 ai 100 mm di fronte per vacca, in dipendenza dal tipo di alimentazione, prevedendo vasche con un fronte complessivo di 1-2 m e con una capacità di 200-400 L. Se l’abbeveratoio è raggiungibile da entrambi i lati, come nel caso di installazione su un divisorio fra due gruppi di bovini, il fronte utile si raddoppia. Un metodo alternativo di calcolo del numero di abbeveratoi collettivi da installare è quello che fa riferimento alla superficie unitaria d’acqua: vengono proposti valori variabili da 0,02 a 0,06 m2/vacca.

Infine, se gli animali sono suddivisi in gruppi, è bene prevedere almeno 2 abbeveratoi per ogni gruppo posti a una certa distanza fra loro; in questo modo non solo si limita il rischio che i bovini rimangano senz’acqua in seguito alla rottura dell’abbeveratoio, ma si consente agli animali dominati del gruppo di accedere più facilmente a un punto di abbeverata. Per consentire una corretta assunzione di acqua da parte degli animali il bordo superiore dell’abbeveratoio deve essere installato a un’altezza dal piano di calpestamento che tenga conto della loro mole, del tipo di abbeveratoio e della tipologia di stabulazione. In tabella 2 vengono riportate le altezze d’installazione consigliate per le diverse categorie di bovini da latte. Nelle stalle libere per vacche da latte l’altezza di installazione deve essere pari a 0,75 m nel caso di abbeveratoi singoli ( a richiesta, a livello costante e a palla) e a 0,85 m nel caso di abbeveratoi collettivi.

Posizionamento degli abbeveratoi

 Il posizionamento degli abbeveratoi influenza l’efficienza del sistema di abbeverata, l’igiene e la funzionalità dell’intero allevamento. Le regole generali da considerare per una corretta collocazione degli abbeveratoi sono le seguenti:

• evitare gli angoli dell’edificio o le estremità di un corridoio, perché gli abbeve- ratoi sarebbero difficilmente utilizzabili dai soggetti del gruppo gerarchicamente subordinati;

• nel caso di abbeveratoi posizionati in corrispondenza di corsie o passaggi, prevedere una larghezza di almeno 3-3,5 m, in modo da consentire alle bovine di bere in tutte le posizioni, lasciando spazio a quelle che sono solo di passaggio;

• non creare ostacoli agli spostamenti degli animali e di eventuali mezzi meccanici;

• tralasciare, se possibile, le zone limitrofe alla mangiatoia e alle aree di riposo, onde evitare che le perdite idriche degli abbeveratoi possano bagnare i foraggi e le lettiere, a meno che non si prevedano appositi dispositivi di protezione.

Di fatto, il posizionamento degli abbeveratoi varia in base alla tipologia di stalla, come di seguito illustrato.

Nelle stalle moderne a stabulazione fissa gli abbeveratoi, generalmente a tazza, vengono posizionati, uno ogni due poste, preferibilmente sulla mangiatoia ( foto 7); in alternativa è possibile posizionarli all’interno, fra le poste.

Nelle stalle a stabulazione libera gli abbeveratoi possono essere posizionati:

• sul muretto che separa la zona di riposo da quella di alimentazione;

• sulla parete di testata della stalla; 

• su cancelli o transenne trasversali separazione;

• sulla parete laterale;

• sul muretto della rastrelliera;

• in sala d’attesa;

• sul muretto dei passaggi intercalati alle cuccette;

• fra due battifianchi;

• nel paddock (sulla parete esterna della stalla o su cancelli e transenne trasversali di separazione).

Stalle libere a lettiera

Stalle a lettiera permanente. Si adotta, in genere, un posizionamento in corrispondenza dei cancelli o delle transenne trasversali di separazione, nel caso di box con lettiera integrale (figura 1a), oppure in corrispondenza del muretto che separa la zona di riposo da quella di alimentazione, nel caso di box con lettiera soltanto in zona di riposo (figura 1b). In quest’ultimo caso è consigliabile l’installazione di protezioni antispruzzo verso la zona di riposo, per evitare l’inumidimento della zona a lettiera vicina agli abbeveratoi. Stalle a lettiera inclinata. Si deve evitare sia il gocciolamento nella parte alta della zona di riposo, sia l’eccessivo intralcio alla discesa della lettiera. Una possibile soluzione è l’installazione degli abbeveratoi nella parte bassa della zona di riposo, preferibilmente contro i muri di testata della stalla e in corrispondenza dei cancelli trasversali di separazione (figura 2a); interessanti sono gli abbeveratoi direttamente agganciati ai cancelli divisori e privi, quindi, di colonna di sostegno ( foto 8). Una soluzione spesso adottata nelle stalle a lettiera in pendenza è quella di porre gli abbeveratoi nella parte più bassa della zona a lettiera, con fronte accessibile solo dalla zona di alimentazione (figura 2b); in questo caso, al fine di limitare l’intralcio alla discesa della lettiera, è bene che i pilastri di sostegno degli abbeveratoi siano di ridotte dimensioni.

 

Stalle libere a cuccette

 Nelle stalle a cuccette disposte su due file «groppa a groppa» gli abbeveratoi sono posti, di norma, in corrispondenza del muretto di separazione fra zona di riposo e zona di alimentazione, aven- do cura che le sporgenze siano rivolte verso le cuccette, in modo da evitare traumi alle vacche in transito nella zona di alimentazione ( figura 3a). Anche in questo caso è consigliabile l’installazione di protezioni antispruzzo verso la zona di ri

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