GOVERNO ALLA MANO

Tempo fa si usava dire "Cavallo strigliato mezzo biadato", per sottolineare l'importanza che ha la pulizia quotidiana per il benessere e la salute del cavallo. Il governo "alla mano", cioè con gli strumenti tradizionali - brusca e striglia -, è un'operazione particolarmente importante per il rapporto uomo-cavallo, che permette al primo di avere sempre sott'occhio lo stato di salute generale dell'animale, di conoscerlo sin nei più piccoli particolare, di cementare un rapporto di amicizia e fiducia conquistandosene la gratitudine. Infatti, il cavallo assocerà all'uomo la sensazione di benessere che gli deriva da queste pratiche e imparerà a fidarsi.

Per i soggetti giovani le operazioni di cura quotidiana rappresentano il primo contatto con l'uomo; è bene quindi che vengano iniziate quanto prima e che siano l'avvio di un rapporto basato non sulla soggezione ma sull'affetto e l'amicizia, indispensabili a una collaborazione ricca di soddisfazioni.

Abituando il puledro alla manipolazione che se ne fa durante le operazioni di governo non si avranno problemi una volta che occorrerà ferrarlo o mettergli la sella per la prima volta; la stessa sua scozzonatura non diverrà un avvenimento traumatico se preceduta da un sereno e quotidiano contatto mirato ad instaurare la massima confidenza e fiducia.

Un buon cavaliere si preoccuperà sempre innanzitutto del benessere della sua cavalcatura: la mattina prima dell'inizio del lavoro farà in modo che essa venga pulita a dovere, ben spazzolata e lucidata; al termine del lavoro, dopo il dissellaggio, provvederà a lavare le estremità del cavallo con acqua corrente, ad allontanare il sudore e i residui di polvere e di fango dal mantello.

Bisogna tenere infatti presente che la pulizia quotidiana del mantello ne permette la forte traspirazione, indispensabile al metabolismo dell'animale.

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ATTREZZI E MODI DELLA PULIZIA QUOTIDIANA

Striglia (fig. 4): è costituita da una piastra di forma rettangolare (o quadrata, rotonda, ovale) della grandezza di una spazzola, sulla quale sono fissate lamine seghettate e smussate; può avere un manico o una cinghia passamano. La sua funzione è quella di staccare lo sporco superficiale più grossolano: polvere, grumi di fango o letame e peli morti. Va usata con una certa delicatezza perché la sua azione è piuttosto rude e alcuni cavalli non la gradiscono. Allo scopo possiamo sceglierla di ferro, plastica rigida o gomma, poiché a seconda del materiale con cui è costruita la sua azione diviene più o meno energica e quindi adeguata alla sensibilità del soggetto che stiamo accudendo.

Striglia elettrica: la tecnologia moderna anche in questo caso cerca di fornire pratici sostituti  agli attrezzi tradizionali. In questo caso la striglia di plastica o gomma è collegata ad un aspiratore: viene facilitato così il lavoro di pulizia, ma no si ha il benefico  massaggio della strigliatura a mano.

Brusca (fig. 2): spazzola ovale di crini o setole piuttosto rigide. La brusca si usa di solito insieme alla striglia, impugnando la prima con la mano sinistra e la seconda con la destra: si passa ripetutamente la striglia in una piccola zona del mantello, la si batte quindi sul dorso della brusca per scaricarla dalla polvere raccolta e si passa quest'ultima sulla stessa zona per completare la rimozione della polvere più sottile.

Bruscone: spazzola grande di forma ovale con setole di erica. Può sostituire la striglia quando non è necessario un intervento a fondo, oppure la brusca quando al contrario il materiale da allontanare è notevole. Il bruscone è utile per le operazioni di pulizia degli arti per le quali la striglia ha invece una scarsa efficacia e per tutte quelle zone del corpo più delicate.

Spazzola di setole (fig. 3): serve per rifinire il lavoro di "brusca e striglia" e intervenire nelle parti più delicate (testa, zona degli occhi, muso).

Pettine: di metallo o in materiale sintetico rigido, ha lunghi denti radi e dalla punta arrotondata. Viene utilizzato per la cura della coda e della criniera; nel caso però ci fossero dei "nodi" è bene scioglierli prima con le dita, perché l'uso del pettine li renderebbe ancora più stretti.

Stecca (fig. 7): lama di metallo flessibile e con bordi arrotondati; lunga circa 60 cm e alta 5-6 cm, munita di due manici alle estremità. Viene usata per raschiare il sudore dal pelo o per rimuovere l'acqua in eccesso quando lavate il cavallo (la sua flessibilità le permette di seguire le forme del corpo) e accelerare così l'asciugatura del mantello.

Curapiedi o curasnetta (fig.9): ferro rotondo piegato a un'estremità a mo' di uncino; può essere munito di un manico. Si usa per pulire il piede rimuovendo terra, sassi, letame dalla superficie inferiore dello zoccolo, nelle lacune del fettone e tra il ferro e l'unghia.

Pennello e grasso per lo zoccolo (fig. 5 e 6): quando il piede del cavallo è stato scrupolosamente pulito si ingrassa lo zoccolo con l'aiuto di un pennello. La funzione del grasso è quella di conservare alla parte cornea del piede il giusto grado di elasticità, evitando usure anormali e scheggiature. Ricordiamo che il grasso non penetra all'interno dello strato corneo, ma si limita a isolarlo dall'esterno impedendo la perdita dell'umidità interna o la penetrazione di quella esterna. Ne consegue che, nel caso si desideri aumentare l'elasticità della scatola cornea, sarà bene applicare il grasso dopo aver lavato lo zoccolo, in modo che si trattenga all'interno di esso un maggior grado di umidità e che la materia cornea risulti più elastica. Al contrario, se si desidera preservare lo zoccolo da un eccessivo rammollimento dovuto a un prolungato stazionamento nel fango, letame o altro, è necessario applicare il grasso quando è perfettamente asciutto.

Dell'attrezzatura per il governo fanno parte anche secchi (fig. 1), spugne (fig. 8), stracci, pelli di daino. Una spugna inumidita servirà a pulire le mucose, gli occhi, le nari, i genitali, mentre il torcione, uno straccio solitamente di cotone, si userà per completare la pulizia e la lucidatura del mantello.

Il cavallo deve rientrare in scuderia solo quando è stato completamente pulito e asciugato. Se fosse necessario pulire le zampe dal fango o tonificarle dopo un lavoro particolarmente duro o una passeggiata è possibile lavarle con acqua dalla spalla allo zoccolo asciugandole con cura. Solo nella stagione calda sarà possibile lavare tutto il cavallo per aiutarsi a pulirlo dal sudore, ma mai troppo spesso in modo da non privarlo del suo grasso protettivo. La doccia va eseguita partendo dalle zampe e salendo verso il corpo; si toglierà poi l'acqua in eccesso con la stecca e si farà passeggiare al sole finché non sarà asciutto. Non bisogna mai bagnare il cavallo quando è molto sudato.

TOELETTATURA

L'operazione di toelettatura va oltre la normale seduta di pulizia quotidiana. E' una "seduta di bellezza" durante la quale  si effettua l'accorciamento e l'aggiustamento di peli e crini in varie parti del corpo con lo scopo di esaltare le forme e la bellezza del soggetto in occasione di fiere, mostre e concorsi. Per ogni razza e tipo di cavallo esistono modalità e regole differenti per eseguirne la toelettatura che comportano a volte molto lavoro e non poca abilità e pratica (basti pensare all'infiocchettatura della criniera e della coda).

La criniera e il ciuffo sulla fronte vanno tenuti ben lavati e pareggiati alla stessa altezza (tranne che per Arabi e P.R.E., la cui criniera non va mai toccata), tenendo conto che un collo troppo fine sarà migliorato da una criniera tenuta corta e al contrario un collo tozzo potrà essere valorizzato da una criniera più lunga. Per accorciare la criniera, oltre al pareggiamento con la forbice, è possibile "stripparla" arrotolando i crini più lunghi sui denti del pettine e strappandoli con un colpo secco. Se la criniera si presentasse troppo disordinata e arruffata o con peli molto rovinati è meglio rinforzarla con una tosatura totale. Anche la coda va strippata se, per esempio, presenta peli più corti alla base; se invece la parte terminale è povera di crini è meglio accorciarla pareggiandola con le forbici.

INFIOCCHETTATURA DELLA CRINIERA E DELLA CODA

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Per intrecciare dovete inumidire i crini e, dopo averli suddivisi in ciocche, intrecciarli partendo dalla base formando tante piccole treccine (7-9 più il ciuffo frontale). Fermate la treccia con ago e filo o con un elastichino (questo sistema è meno duraturo ma più facile da rimuovere), poi ripiegatela a metà e, sempre con ago e filo o con elastico, fermatene la punta alla base formando una pallina.

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Per ciò che riguarda la coda raccomandiamo di non tenerla intrecciata a lungo perché il cavallo soffrirebbe a non poter utilizzare questo suo mezzo espressivo e di difesa dalle mosche. La treccia alla coda può essere fatta su tutta la sua lunghezza o solo parziale; per realizzarla vanno utilizzate le ciocche di pelo laterali, intrecciate al centro e poi fermate, ed eventualmente ripiegate, sempre con elastichino o ago e filo.

FASCIATURE DA LAVORO E DELLA CODA

Il cavallo può richiedere la fasciatura degli arti sia durante il riposo nel box che durante il lavoro. Le fasciature da lavoro sono fasce che si applicano per proteggere le stremità da possibili traumi durante il lavoro.

Le fasciature da lavoro sono elasticizzate e devono essere applicate partendo dalla zona appena sotto il ginocchio e scendendo lentamente, giro dopo giro, fino alla corona per poi risalire a punto di partenza.

In questa operazione bisogna aver cura di lasciare ben libere le articolazioni. Le fasciature vengono poi fissate con due nastri o con una fettuccia in velcro, ma mai troppo strette (solo il necessario a non farle cadere).

Sia le fasciature da riposo che quelle da lavoro non devono essere lasciate in loco per più di 12 ore.

Una volta tolte l'arto va massaggiato vigorosamente in modo da ristabilire una corretta circolazione. la parte superiore della coda viene fasciata quando il cavallo deve andare in viaggio, per evitare che si sciupi.

LA TOSATURA

Il corpo del cavallo è naturalmente coperto da un pelo folto, che diviene ancora più fitto nella stagione invernale. Generalmente i cavalli che partecipano ai concorsi o che lavorano molto, e quindi sudano molto, vengono tenuti perennemente tosati per agevolare le operazioni di pulizia e asciugatura e per esigenze estetiche. Un cavallo tosato perde però le sue naturali protezioni dal clima e dagli sbalzi di temperatura e necessiterà di box riscaldati di inverno e di essere sempre tenuto coperto dopo aver lavorato. Se quindi il nostro cavallo non viene sottoposto a sforzi ed è abituato a muoversi nel paddock, lasciamogli la sua coperta di pelo durante l'inverno e in estate alleggeriamo solo se la stagione è molto calda e notiamo una particolare insofferenza al clima.

L'operazione di tosatura è bene venga sempre eseguita da un esperto (mentre il cavallo verrà tenuto fermo da un aiutante) che sappia lavorare sul cavallo senza innervosirlo; in caso di tosature permanenti, si dovrà ripetere l'operazione ogni 2-3 mesi. La tosatura completa, con la quale cioè viene tosato tutto il pelo del cavallo, si usa per purosangue, trottatori e saltatori. A essa seguono vari tipi di tosatura diversi per esigenze di lavoro, estetiche, tradizionali. A seconda della quantità di pelo tolto, il cavallo dovrà essere più o meno accuratamente prot

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